martedì 23 marzo 2010

Allucinazioni

Improvvisamente ti ho visto. E' stato solo un attimo, un secondo. Sono riuscita a cogliere quel bagliore che emanavi. Eri bello, biondo, alto, divino. Eri l'angelo biondo, bianco, quello buono. Eri il mio principe azzurro. La tua pelle così chiara sembrava neve appena caduta dal cielo. I tuoi capelli, i tuoi capelli erano stupendi, così lucenti. Non riuscivo a smettere di guardarti. Credevo di essere in Paradiso. Quegli occhi chiari, azzurri come il cielo, azzurri come il mare. Erano quanto di più bello avessi mai visto. Il corpo forgiato come quello di una meravigliosa statua greca. Eri semplicemente armonia. Armonia delle parti, armonia del corpo, armonia... Il viso angelico, dolce, delicatissimo, perfetto. Se mi fossi confidata con qualcuno, nessuno avrebbe mai creduto alla tua esistenza. Eri troppo bello per poter esistere. Eri troppo e basta. Superlativo il tuo sorriso. Emanavi bontà e calore. Mi avvicinavo e vedevo la luce, sentivo il profumo delle rose. Ho sfiorato la tua guancia e ho sentito la tua pelle liscissima, pura e semplice come quella di un bambino. Sentivo già di amarti. Il mio era un amore immacolato ed innocente.
Ma poi è apparso l'altro. Diverso ma anche uguale. Uguale perchè bellissimo. Era moro, con la pelle più scura. La sua era una bellezza tenebrosa, quella che ti fa paura, quella che ti affascina di più. Era una tentazione, tanto forte quanto pericolosa. I suoi occhi erano blu, scuri quasi come i suoi capelli. Era l'angelo cattivo, il principe maledetto. Ma mi attirava tremendamente. La sua bocca era carnosa, il suo sguardo era profondo, i lineamenti erano piuttosto marcati, ma non troppo. Non sfiorava neppure lontanamente la volgarità. Forse era solo un po' eccessivo. Mentre lo osservavo, mi sentivo soffocare. Percepivo l'odore forte dell'incenso, stavo perdendo i sensi, profumi intensi si fondevano fra loro. E poi c'era del fumo, avevo la vista annebbiata. Il fumo mi infastidiva follemente, ma non riuscivo a non respirarlo. Era tutto più forte di me. Era come una violenza. Sentivo già di volerlo. Era un desiderio perfido e proibito.

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